giovedì 24 novembre 2016

domenica 20 novembre 2016

I professionisti discriminati dalla burocrazia e dal partito delle tasse

Fondi europei e liberi professionisti: a che punto siamo? https://www.linkedin.com/pulse/fondi-europei-e-liberi-professionisti-lo-stato-dellarte-mauro-vanni

venerdì 18 novembre 2016

Assodiritti e valoreimpresa per amatrice

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Legalità e piccole imprese convegno assodiritti

Preparazione del convegno sulla legalità e piccole imprese
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mercoledì 16 novembre 2016

Seminario 24 novembre

seminario 24 novembre 2016 presso valoreimpresa :si parla di nuovi servizi e di reti di professionisti http://assodiritti.blogspot.com/2016/11/seminario-24-novembre-2016-presso.html

Seminario 24 novembre il programma

http://www.odcec.roma.it/index.php?option=com_wbmcorsi&task=scheda&id_corso=6399&Itemid=105

lunedì 7 novembre 2016

ASSODIRITTI election DAY USA segui le elezioni americane in diretta

8 novembre 2016 dalle ore 22 in poi
ASSODIRITTI partecipa ad ELECTION DAY USA
incontri notizie commenti seguendo gli esiti delle elezioni presidenziali americane
per chi ama la democrazia
per gli amici dell'America la piu grande democrazia attuale
per chi vuol riflettere ed essere informato di prima mano
SEGUICI e partecipa :per avere le indicazioni scrivi ad info@assodiritti.it

Avv Abbate Fabrizio
presidente ASSODIRITTI

solo le piccole imprese danno occupazione



Piccole  Imprese oligopoli e occupazione
attenzione al flop act
7 novembre 2016
 il dramma della disoccupazione si consuma e i dibattiti non risolvono, la polemica divampa ogni volta che escono i dati sulla disoccupazione e si parla di job act:
 è venuto il momento di fare chiarezza su alcuni punti.
 Innanzitutto sui dati Istat: è indecoroso e addirittura truffaldino calcolare i disoccupati togliendo via il numero di coloro che scoraggiati non cercano lavoro per le vie previste dai burocrati.
Non è vero che non cercano lavoro, non lo cercano per le vie formali e ingessate indicate da perditempo e burocrati perché le ritengono vie inutili!
Che fanno i burocrati : espurgano tutti questi giovani dai loro conteggi,
peggio che in unione sovietica!!
 semplicemente perché non rispondono ai loro schemi cioè peggio che la corea del nord.
La soluzione in questo caso è più pratica che teorica cacciare tutti i burocrati che hanno sostenuto ed autorizzato queste decisioni truffaldine ,così lo capiscono.
Risolto il problema dei giochini dell'Istat sui numeri e degli uffici burocratici per il lavoro torniamo al problema serio.
Vanno considerati disoccupati tutti coloro che in età di lavoro e non infermi non studiano né hanno un lavoro punto e basta.
 Anche così il dato sarebbe impreciso perché oggigiorno una parte di quelli che studiano in realtà vorrebbero un lavoro ma non trovandolo nel frattempo con lo studio cerca di acquisire titoli prendendo tempo quindi anche qui le statistiche che non considerano questo aspetto sono di regime.
Tutti i dati dicono che la disoccupazione è aumentata e molto pesantemente, ma quello che non dicono  è che ciò non deriva da una crisi ciclica che periodicamente poi rientra (appena il ciclo torna alla fase di “ripresa”).
 Questa ottica sbagliata si riflette sia sui commenti sia(fatto ben più grave) sulle ricette per superare la disoccupazione sia (e sembra incredibile) sulla metodologia statistica.
 Quest'ultima merita un attimo di attenzione come abbiamo visto prima perché influenza il dibattito e la ricerca di soluzioni.
 Prendiamo il Job act e vediamo che i dati danno uncerto incremento degli occupati a tempo indeterminato.
Si tratta non di aumento globale di occupazione ma di trasformazione di precedenti contratti a termine, ma quello che le rilevazioni nascondono è che occorrerebbe creare una categoria intermedia di coloro che hanno contratti indeterminati ma legati agli incentivi.
Questi infatti potranno capire se il loro contratto (al di là dei formalismi) è veramente a tempo indeterminato o solo legato alla fine degli incentivi che stanno calando e con essi questo tipo di assunzioni.
Questi contratti andrebbero correttamente inseriti in un sottogruppo di contratti condizionati per verificare su di essi l’effetto del calo degli incentivi ma ISTAT di regime non lo fa!!!
La verità è che il JOB ACT è stato confezionato solo sulle esigenze e le fattispecie delle grandi aziende e degli oligopoli  trascurando completamente il comparto piu importante delle piccole imprese e microimprese (cioe quelle che incrementano il lavoro reale e non drogato da incentivi e aiuti di stato)
Gli oligopoli e le grandi aziende sono soggetti continuamente avvantaggiati da europagermanica perche consentono accordi di potere con i vertici ed un maggior  controllo socialew tramite i sindacati Ora questi soggetti da un lato possono giovarsi dei meccanismi di cassa integrazione e licenziamenti collettivi ed inoltre essendo le più grandi aziende in mano straniera (grazie alla cessione agli interessi esteri di uno Stato che ha allontanato i cittadini) queste non esitano a chiudere gli stabilimenti, alleggerire la forza lavoro, e delocalizzare appena i margini di guadagno non soddisfano.
Il JOB ACT è stato ed è quindi una grande REGALO ALLE GRANDI AZIENDE STRANIERE aggravando nel complesso la crisi economica invece di risolverla, altro che riforma!
è stato un atto di accettazione dello status neocoloniale a cui l'Europagermanica e le oligarchie vogliono ridurci.
 Questo regalo IMMENSO alle economie straniere ha corrisposto ad una duplice tenaglia contro le piccole e medie imprese che non solo sono legate al territorio ma subiscono così la concorrenza scorretta delle multinazionali (che hanno in buona sostanza aiuti di Stato ITALIANI) ma non possono giovarsi degli incentivi perché non sono tarati sulla loro fattispecie.
Nelle piccole e piccolissime imprese (che danno la maggioranza dell'occupazione reale!) gli incentivi non sono utili perché tarati per le grandi imprese sia per tipi di adempimenti (i cosidetti tavoli con cui enti locali fanno finti interventi)che per i tempi.
Nessun piccolo usa i strumenti di licenziamenti collettivi che consentono ai grandi dopo aver rapinato i territori, dopo aver avuto contributi  enormi e ingiustificati, di andarsene insalutati ospiti con la complicità delle forze politiche oligarchiche ed euro succubi.
Un caso eclatante la Fiat! Il suo giornale (libertà di stampa?! pagato dalla nostre tasse!) elogia le riforme,  che sono talmente  buone che la Fiat quatta quatta se ne va altrove (voto di scambio? è la STAMPA LIBERA la moneta di scambio?!)
Ecco dunque che sono sbagliate le statistiche (volutamente distorte con diversivi e trucchetti) e  perché sono sbagliate le strategie e le ricette.
Le statistiche sono a questo punto piu che PURA propaganda sono la nebbia con cui vengono coperte le realta di aiuti DI STATO AI FORTI CONTRO I DEBOLI !!!!,
ma torniamo all'occupazione.
Troviamo la spiegazione del perché secondo alcuni economisti prezzolati va bene,e il JOB ACT in (realtà flop act) funziona: perché usano le ricette degli oligopoli e hanno come unità di misura gli interessi delle multinazionali.
In realtà questi economisti  sono stipendiati da quelle stesse multinazionali che forniscono loro dati (artefatti) e  ricette! Chiaro che a loro sembrano funzionali, perché i loro padroni così si arricchiscono.
In sintesi queste ricette rubano ai poveri (e tra essi piccole e medie imprese, professionisti, artigiani cioè il tessuto economico dell'Italia) e danno ai ricchi (le filiali delle holding tedesche e francesi che ci occupano) Ti ci credo che l'economia tedesca va in surplus!
Ti ci credo che a loro piacciono tanto queste riforme (e vogliono insistere).
 Allora quale sarebbe la soluzione? (A parte quella economica generale) non certo la cosiddetta “elasticità” di indebitarsi richiesta dal governo.
Questa non è una strategia è semplicemente un‘idiozia.
La soluzione in tema di lavoro è incentivare sì la creazione di posti di lavoro ma con specifiche misure adatte alle piccole imprese.
Non le misure BUROCRATICHE il cui costo di gestione supera per il piccolo imprenditore il vantaggio reale (sono pensate per i oligopoli che le spese di gestione le ripartiscono su grandi numeri!)  non le misure burocratiche TIPO
 fai domanda…… attendi mesi e mesi ….poi confrontati con un Burocrate che……. ti chiede la mazzetta!
Queste sono le soluzioni fin qui ideate per assoggettare le imprese NON per aiutarle
Le regole devono essere:
 AUTOMATICHE (legate a pochi parametri)
SEMPLICI E CHIARE (no che si devono individuare a posteriori i cavilli)
 AUTOGESTITE  dall'imprenditore o da rete di imprese
Prevedere non aiuti ma sgravi IMMEDIATI
QUESTA È LA PROPOSTA DI ASSODIRITTI.
Per questo Assodiritti appoggia l'azione di Valoreimpresa e la creazione di Reti e consorzi autogestiti per legge che facciano domanda collettiva dei vantaggi di legge e che questi vantaggi non siano
 SOLDI CHE ARRIVANO MESI E MESI O ANNI DOPO ma sgravi di tasse di ogni tipo monetizzabili IMMEDIATAMENTE e AUTOMATICAMENTE.
Non quindi alla mercè dei tempi e degli umori dei burocrati (esponendo cosi alle pratiche di concussione inevitabili perche connesse con gli stessi meccanismi di legge !!!!!!
Terminiamo qui queste note ma l'argomento oCCUPAZIONE merita ulteriori approfondimenti, torneremo sull'argomento intanto ci limitiamo a ricordare che molte imprese italiane che si ritengono grandi in realtà sul mercato internazionale (o anche solo europeo) sono dei nani.
I grandi oligopoli non solo non creano lavoro (sul territorio) ma con le forti automazioni ne distruggono, è un problema molto serio che nei prossimi anni per sempre più alla ribalta.

Non è neanche ormai VERO che se  distruggono lavoro  se ne crea di nuovo! (E quello che si crea può essere dislocato in altri paesi e altri continenti!)

MA NON È PIÙ VERO neanche che si crei lavoro più qualificato, i più recenti sviluppi dell'informatica con AUTOAPPRENDIMENTO E SUPERCOMPUTER mette in discussione anche questo!

Sarebbe ora di affrontare questo tema senza ripetere formule del passato ormai logore !!!!
Torneremo anche su questo tema per svelare le bugie e le stupidaggini che i nostri politici e burocrati vi dicono.
ABBATE FABRIZIO
PRESIDENTE ASSODIRITTI
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sabato 5 novembre 2016

perche le ricette economiche degli oligopoli non funzionano



PERCHÉ L'ITALIA NON CRESCE
LE RICETTE ECONOMICHE DEGLI OLIGOPOLI:
perchè non funzionano???
4 nov 2016
Singolari i dati ISTAT che confermano oggi che i dati degli anni scorsi erano inesatti e mostravano la crescita che non c'era (sia pure appena accennata).
 Ci sarebbe da ironizzare con quelli che con quello che costa l’ISTAT (ed il discorso si può estendere ai dati sull'occupazione) ma la cosa è più seria e occorre andare a fondo perché ci consente di vedere che non solo i dati erano errati, ma anche la logica per rilevarli e assieme la strategia per porre rimedio alla crisi e rilanciare una vera crescita non sono valide.
Questo è un punto cruciale quindi dell'attuale dibattito politico che vale la pena di approfondire.
In primo luogo spazziamo via un equivoco dei decimali ,dello zero virgola  possano essere considerati crescita o inizio di crescita?
 Assolutamente no!
 Se si somma disavanzo ancora persistente, operazioni di quantitative Easing, con due eventi (Expo e Giubileo) si vede che questi effimeri ed evanescenti  zero virgola   sono in realtà recessione, appena depurati da questi fenomeni esterni.
 Il QEi inoltre aggrava in prospettiva il Debito Pubblico Italiano in quanto oltre a stampare moneta fantasma crea un debito dall'esterno! Ci rende cioè sempre più prigionieri di poteri forti finanziari dell’Europa Germanica.
 Ma su questo ci soffermeremo altra volta.
 Non ci arrendiamo neanche sui piccoli giochetti statistici (di Istat ed altri) con cui gli zero virgola  vengono manipolati  ( pirma  sono prevision, poi proiezioni  poi dati  e poi revisioni a posteriori etc etc.) perché sono giochetti CHE ALZANO  UN POLVERONE PER CONFONDERE I GONZI E IL PARCO BUOI.
 Spiace che “CONFOLIGOPOLI   ed altri organismi che dovrebbero contestare queste cose (la grande stampa asservita ai poteri forti ma sempre sussiegosa da tempo è solo voce del palazzo assolutamente acritica) tacciano e facciano ammuina di fronte a questi giochetti di dati.
 Arriviamo al punto :non sono sbagliati solo i dati sulla ripresa che ci propinano, è sbagliata tutta la strategia economica  che ad essi fa riferimento ;ecco perché ogni anno ci preannunciano un inizio (fantasma) di ripresa e poi l'anno dopo constatano che non c'è, però la ripropongono all'infinito.
 Il problema è che la diagnosi viene fatta con l'ausilio di centri studi, istituzioni, ed esperti tutti a libro paga delle grandi  aziende (multinazionali) e quindi non solo il punto di vista è unilaterale e taglia completamente quello delle altre categorie produttive (Piccole e medie imprese ) ma, gli studi ,le proiezioni e le attese vengono piegate a questa ottica oligopolistica.
Gli oligopoli, non sono il mercato concorrenziale, bensì formano un mercato peculiare in cui non la concorrenza ma l’interesse dei pochi soggetti oligopolistici stabilisce il prezzo, (molto più alto del mercato concorrenziale) non favorevole ai compratori ma agli  interessi degli OLIGOPOLISTI.
Queste cose non le dicono studiosi rivoluzionari e marxisti, né il sottoscritto, le dicono gli economisti liberali dell'Ottocento! ( I grandi economisti Classici).
Ora il fatto è questo che l'Europa partita per creare un mercato concorrenziale si è man mano  orientata per favorire le grandi imprese creando un mercato degli oligopoli  a cui vengono dati  tutti i vantaggi (con piccoli correttivi formali per darla a bere ai cretini) e creando quindi un mercato e un sistema oligopolistico, che, guarda caso corrisponde a 2 interessi
1)     la parallela involuzione oligarchica delle istituzioni europee
2)    L’ interessi delle potenze egemoni (Germania) in associazione (parziale) con Francia che sono quelli che hai maggiori oligopoli continentali (USA a parte).
 Non è quindi una involuzione casuale.
 Noi abbiamo DEFINITO in tutte le nostre note (Twitter etc) con dei nomi sintetici ( ed ironici )per farci capire: Europa germanica, Europa delle oligarchie, Europa degli oligopoli.
 Europa germanica per indicare in Europa egemonizzata dalla Germania (e in parte della Francia di Vichy!(ironico !!!! s’intende) con i suoi satelliti.
Tale espressione  per indicare che il meccanismo decisionale ha  degli “sprazzi” democratici,ma si muove in modo sostanzialmente oligarchico (la Troika , le riunioni di vertice Franco-Germania, la BCE tutte istituzioni incontrollate dal popolo democratico).
 Europa degli oligopoli per indicare che, sotto la scusa di concorrenza e apertura dei mercati (CHE SAREBBERO LE BUONE INTENZIONI INIZIALI)si sono fatte passare regole che in realtà giovano solo agli oligopoli e alle  multinazionali (concretamente apertura dei mercati con priorità privilegi e vantaggi per gli oligopoli e poi giusto per scusa ne possono approfittare anche i piccoli (qualcuno fortunato o vassallo!!!).
Definiamo poi di euro succubi coloro che, in nome dell’ idea astratta Europa (l’idea iniziale dei padri fondatori) accettano acriticamente  tutte le ricette di un'Europa trasformata, dalla Germania, che ne sta sconvolgendo i presupposti democratici e prioritari in realtà ben diversa  IL NOME E’ LO STESSO ma il RISULTATO E’ ASSOLUTAMENTE DEVIATO DA QUELLI CHE ERANO I PRINCIPI FONDANTI..
 Alcuni di questi EUROSUCCUBI sono in malafede (pagati e sostenuti dalle multinazionali e dalle istituzioni oligarchiche)  altri sono in buona fede e ragionano come quelli che un tempo sostenevano l’Unione Sovietica in nome del sogno proletario ma non si accorgevano del Socialismo reale che era ben diverso da quello ideale, anche costoro pensano all'Europa ideale  ma alla fine concretamente difendono questa, reale, che va in direzione diversa e forse opposta.
 Dobbiamo rinviare ad altra nota l'approfondimento del perché l'EUROPA attuale abbia virato verso istituzioni OLIGARCHICHE che naturalmente si sposano con gli oligopoli (Capitalismo di Stato, Campioni nazionali, multinazionali) per i limiti delle presenti considerazioni.
Altrettanto facciamo per un commento ai problemi dell'occupazione (e al Job act) a cui dedicheremo un’apposita nota prossimamente limitandoci ad anticipare che il problema è che l'occupazione e i provvedimenti per  favorirla hanno un esito ben diverso se lo si guarda dal punto di vista generale o solo nell'ottica delle multinazionali e degli oligopoli.
 Concludendo queste brevi riflessioni che verranno via via integrate con i successivi capitoli ed articolate meglio, possiamo dire che siccome le strategie fin qui adottata dall'Italia (in gran parte condizionata dall'Europa germanica) sono quasi tutte su suggerimento (SIC! Imposizione) e nell'interesse delle grandi multinazionali e degli oligopoli il loro impatto è stato molto scarso, perchè il  tessuto economico italiano è prevalentemente fatto da piccole e medie imprese che si sono giovate scarsamente dei provvedimenti (tarati per altri) e anzi hanno  avuto le conseguenze negative di un aggravio di concorrenza  da parte degli oligopoli favoriti da queste misure e da tasse (mascherate).
 Infatti essendo le grandi imprese, in gran parte parti in mano straniera, i provvedimenti così tarati a misura degli oligopoli e dei grandi apparati, si sono rivelati un mascherato aiuto di Stato  (Italiano) agli stranieri, aggravando la situazione economica invece di migliorarla.
Per questo motivo Assodiritti appoggia la strategia di Valoreimpresa che tende a valorizzare le piccole e medie imprese, come motore di sviluppo: legati al territorio e vere portatrici di economia reale e occupazione non drogata.
Le piccole e medie imprese, che sono il tessuto connettivo legato al sociale/ territoriale (non ai gesti pubblicitari e farisaici della grandi multinazionali), vengono combattute dallo Stato e dalla burocrazia (in successive note vedremo come e con quali SUBDOLE MANOVRE) e quindi entrano in crisi.
 È chiaro che se le ricette degli OLIGOPOLI in generale non sono a favore dei cittadini e dei consumatori(lo dicono i classici dell'economia non i rivoluzionari!) In Italia hanno un effetto ancora più devastante  perché vogliono desertificare il tessuto imprenditoriale italiano a favore di grandi imprese estere.
 È significativo (e qui ci basta il richiamo) che se si guarda alle MEDIE EUROPEE  la situazione italiana appare  grave ma anche la media continentale non è ottima! Vi è però qualcuno che fa eccezione ed è la GERMANIA che  con queste regole OLIGOPOLISTICHE va alla grande!
Non è un caso,ma è il risultato di regole dettate apposta per favorire l’apparato produttivi Germanico e dei suoi satelliti come se avessero vinto la guerra.
Nelle prossime note vedremo con quali metodi SUBDOLI la potenza occupante, proseguendo il sogno della grande Germania e del Reich millenario impone (stavolta non con divisioni di carrarmati ma l'effetto è lo stesso)  le sue regole  facendosi beffe dei principi democratici astrattamente citati ma concretamente elusi.
 Vedremo anche di fare chiarezza sul tema delle cosidetto POPULISMO ,che è la frase con cui gli oligarchi cercano di glissare le critiche crescenti senza dover entrare nel merito.
 Per il momento chiudiamo qui non senza notare che il tentativo di Valoreimpresa di aiutare le piccole e medie imprese è un tentativo per ora  isolato, e non supportato dai poteri pubblici, per questo occorre mobilitare tutti.
 La crescita delle imprese non è interesse solo dell'imprenditore, ma di tutta la società italiana, se vogliamo salvare occupazione e sviluppo e in definitiva l'avvenire del paese e dei nostri figli.
Sarebbero le istituzioni a dover dare impulso a questo sviluppo ,esse invece si attardano a chiedere “elasticità” all’Europa  per indebitarsi ancora di più! Dovrebbero invece  favorire in tutti i modi la crescita del tessuto Imprenditoriale  Italiano con regole che  disincentivino gli Oligopoli e favoriscano l’impresa concorrenziale e innovativa.
 Seguiteci sulle prossime note in cui passo passo affronteremo i temi che per brevità abbiamo solo accennato. Abbate Fabrizio
Presidente Assodiritti
Seguiteci sui social

venerdì 4 novembre 2016

prof ALTOMONTE Avv Fabrizio Abbate parlano di REUMATOLOGIA

ASSODIRITTI e VALOREIMPRESA preparazione al convegno




Quale futuro per la professione di commercialista?
Soluzioni concrete e proposte operative
Organizzato da:
Commissione Organizzazione Studio Professionale


Luogo:
Sede Valore Impresa – disponibilità 100 posti
Indirizzo:
Roma – via Pietro Boccanelli 3
Data - orario:
24-11-2016  - dalle: 14,30 alle: 18,30 (4 ore)


Crediti conseguibili in totale:
4
Tematica trattata:
Organizzazione Studio Professionale (tematica obbligatoria)
Materia/e:
Sistemi di qualità
Nuovi strumenti per il professionista di impresa che si aggrega


Programma del corso
Saluto del pres Valoreimpresa – dott. Gianni Cicero
Introduce  avv. Fabrizio Abbate – Presidente Assodiritti
Riorganizzazione dell’attività di studio
  • Aggregazione tra professionisti – vantaggi, svantaggi e questioni operative
  • Il commercialista 2.0 - Attività di marketing digitale
  • Da “commodity” a professionisti d’impresa
Dott. Pierpaolo Palmieri
Presidente Commissione Organizzazione Studio professionale – ODCEC Roma

  • Revisione assetto operativo di studio e delle modalità di gestione della contabilità dei clienti
Dott. Diego Moscheni – Vice presidente Valoreimpresa

Nuove opportunità per lo studio di gestione della clientela
·         Migliorare il rapporto con i clienti diventando manager esterni delle le piccole e medie aziende.
·         Il professionista d’impresa, tipologia, strumenti operativi e sviluppi professionali
·         Lo studio digitale
Dott. Maurizio Cottone – Dottore commercialista
·         Attività di coaching
Alessia Mortilla – Direttore istituto di formazione internazionale di coaching e PnL The mind of the child