PERCHÉ L'ITALIA NON CRESCE
LE RICETTE ECONOMICHE DEGLI OLIGOPOLI:
perchè non funzionano???
4 nov 2016
Singolari i dati
ISTAT che confermano oggi che i dati degli anni scorsi erano inesatti e
mostravano la crescita che non c'era (sia pure appena accennata).
Ci sarebbe da ironizzare con quelli che con
quello che costa l’ISTAT (ed il discorso si può estendere ai dati
sull'occupazione) ma la cosa è più seria e occorre andare a fondo perché ci
consente di vedere che non solo i dati erano errati, ma anche la logica per
rilevarli e assieme la strategia per porre rimedio alla crisi e rilanciare
una vera crescita non sono
valide.
Questo è un
punto cruciale quindi dell'attuale dibattito politico che vale la pena di
approfondire.
In primo luogo
spazziamo via un equivoco dei decimali ,dello zero virgola possano essere considerati crescita o inizio
di crescita?
Assolutamente no!
Se si somma disavanzo ancora persistente,
operazioni di quantitative Easing, con due eventi (Expo e Giubileo) si vede che
questi effimeri ed evanescenti zero virgola sono
in realtà recessione, appena
depurati da questi fenomeni esterni.
Il QEi inoltre aggrava in prospettiva il Debito
Pubblico Italiano in quanto oltre a stampare moneta fantasma crea un debito
dall'esterno! Ci rende cioè sempre più prigionieri
di poteri forti finanziari dell’Europa Germanica.
Ma su questo ci soffermeremo altra volta.
Non ci arrendiamo neanche sui piccoli
giochetti statistici (di Istat ed altri) con cui gli zero virgola vengono manipolati ( pirma sono prevision, poi proiezioni poi dati e poi revisioni a posteriori etc etc.) perché
sono giochetti CHE ALZANO UN POLVERONE
PER CONFONDERE I GONZI E IL PARCO BUOI.
Spiace che “CONFOLIGOPOLI”
ed altri organismi che dovrebbero
contestare queste cose (la grande stampa asservita ai poteri forti ma sempre sussiegosa
da tempo è solo voce del palazzo assolutamente acritica) tacciano e facciano
ammuina di fronte a questi giochetti di dati.
Arriviamo al punto :non sono sbagliati solo i dati sulla ripresa che ci
propinano, è sbagliata tutta la strategia economica che ad essi fa riferimento ;ecco perché ogni
anno ci preannunciano un inizio (fantasma) di ripresa e poi l'anno dopo constatano
che non c'è, però la ripropongono all'infinito.
Il problema è che la
diagnosi viene fatta con l'ausilio di centri
studi, istituzioni, ed esperti tutti a libro
paga delle grandi aziende (multinazionali)
e quindi non solo il punto di vista è unilaterale e taglia completamente quello
delle altre categorie produttive (Piccole e medie imprese ) ma, gli studi ,le
proiezioni e le attese vengono piegate a questa
ottica oligopolistica.
Gli oligopoli,
non sono il mercato concorrenziale, bensì formano un mercato peculiare in cui non
la concorrenza ma l’interesse dei pochi soggetti oligopolistici
stabilisce il prezzo, (molto più alto del mercato concorrenziale) non favorevole
ai compratori ma agli interessi degli OLIGOPOLISTI.
Queste cose non
le dicono studiosi rivoluzionari e marxisti, né il sottoscritto, le dicono gli
economisti liberali dell'Ottocento! ( I grandi economisti Classici).
Ora il fatto è
questo che l'Europa partita per creare un mercato concorrenziale si è man mano orientata per favorire le grandi imprese
creando un mercato degli oligopoli a cui
vengono dati tutti i vantaggi (con
piccoli correttivi formali per darla a bere ai cretini) e creando quindi un
mercato e un sistema oligopolistico, che, guarda caso corrisponde a 2
interessi
1) la parallela involuzione oligarchica delle istituzioni europee
2) L’ interessi delle potenze
egemoni (Germania) in associazione (parziale) con
Francia che sono quelli che hai maggiori oligopoli continentali (USA a parte).
Non è quindi una involuzione casuale.
Noi abbiamo DEFINITO in tutte le nostre note (Twitter
etc) con dei nomi sintetici ( ed ironici )per farci capire: Europa
germanica, Europa delle oligarchie, Europa degli oligopoli.
Europa germanica per indicare in Europa
egemonizzata dalla Germania (e in parte della Francia di Vichy!(ironico !!!! s’intende) con i suoi satelliti.
Tale espressione
per indicare che il meccanismo
decisionale ha degli “sprazzi”
democratici,ma si muove in modo sostanzialmente oligarchico (la Troika , le
riunioni di vertice Franco-Germania, la BCE tutte istituzioni incontrollate dal
popolo democratico).
Europa degli oligopoli per indicare che, sotto la scusa di concorrenza e apertura dei
mercati (CHE SAREBBERO LE BUONE INTENZIONI INIZIALI)si sono fatte passare
regole che in realtà giovano solo agli oligopoli e alle multinazionali (concretamente apertura dei
mercati con priorità privilegi e vantaggi per gli oligopoli e poi giusto per
scusa ne possono approfittare anche i piccoli (qualcuno fortunato o
vassallo!!!).
Definiamo poi di euro succubi coloro che, in
nome dell’ idea astratta Europa (l’idea
iniziale dei padri fondatori) accettano acriticamente
tutte le ricette di un'Europa trasformata,
dalla Germania, che ne sta sconvolgendo i presupposti democratici e
prioritari in realtà ben diversa IL NOME
E’ LO STESSO ma il RISULTATO E’ ASSOLUTAMENTE DEVIATO DA QUELLI CHE ERANO I
PRINCIPI FONDANTI..
Alcuni di questi
EUROSUCCUBI sono in malafede (pagati e sostenuti dalle multinazionali e
dalle istituzioni oligarchiche) altri
sono in buona fede e ragionano come quelli che un tempo sostenevano l’Unione
Sovietica in nome del sogno
proletario ma non si accorgevano del Socialismo reale che era ben
diverso da quello ideale, anche costoro pensano all'Europa ideale ma alla fine concretamente difendono questa, reale,
che va in direzione diversa e forse opposta.
Dobbiamo rinviare ad altra nota
l'approfondimento del perché l'EUROPA attuale abbia virato verso istituzioni OLIGARCHICHE
che naturalmente si sposano con gli oligopoli (Capitalismo di Stato, Campioni
nazionali, multinazionali) per i limiti delle presenti considerazioni.
Altrettanto
facciamo per un commento ai problemi dell'occupazione (e al Job act) a cui
dedicheremo un’apposita nota prossimamente limitandoci ad anticipare che il
problema è che l'occupazione e i provvedimenti per favorirla hanno un esito ben diverso se lo si
guarda dal punto di vista generale o solo
nell'ottica delle multinazionali e degli oligopoli.
Concludendo queste brevi riflessioni che
verranno via via integrate con i successivi capitoli ed articolate meglio,
possiamo dire che siccome le strategie fin qui adottata dall'Italia (in gran
parte condizionata dall'Europa germanica)
sono quasi tutte su suggerimento (SIC! Imposizione) e nell'interesse delle grandi multinazionali e degli oligopoli il loro
impatto è stato molto scarso, perchè il tessuto economico italiano è prevalentemente
fatto da piccole e medie imprese che si sono giovate scarsamente dei
provvedimenti (tarati per altri) e anzi hanno
avuto le conseguenze negative di un aggravio
di concorrenza da parte degli oligopoli
favoriti da queste misure e da tasse (mascherate).
Infatti essendo le grandi imprese, in gran
parte parti in mano straniera, i provvedimenti così tarati a misura degli
oligopoli e dei grandi apparati, si sono rivelati un mascherato aiuto di Stato (Italiano)
agli stranieri, aggravando la situazione economica invece di migliorarla.
Per questo
motivo Assodiritti appoggia la strategia di Valoreimpresa che tende a
valorizzare le piccole e medie imprese, come motore di sviluppo: legati al
territorio e vere portatrici di economia reale e occupazione non drogata.
Le piccole e
medie imprese, che sono il tessuto connettivo legato al sociale/ territoriale (non
ai gesti pubblicitari
e farisaici della grandi multinazionali), vengono combattute dallo Stato e dalla burocrazia (in
successive note vedremo come e con quali SUBDOLE MANOVRE) e quindi entrano in
crisi.
È chiaro che se le ricette degli OLIGOPOLI in
generale non sono a favore dei cittadini e dei consumatori(lo dicono i classici
dell'economia non i rivoluzionari!) In
Italia hanno un effetto ancora più devastante perché vogliono desertificare il tessuto
imprenditoriale italiano a favore di grandi imprese estere.
È significativo (e qui ci basta il richiamo)
che se si guarda alle MEDIE EUROPEE la
situazione italiana appare grave ma
anche la media continentale non è ottima! Vi è però qualcuno che fa eccezione
ed è la GERMANIA che con queste regole OLIGOPOLISTICHE va alla
grande!
Non è un caso,ma è il risultato di regole
dettate apposta per favorire l’apparato produttivi Germanico e dei suoi
satelliti come se avessero vinto la guerra.
Nelle prossime
note vedremo con quali metodi SUBDOLI la potenza
occupante, proseguendo il sogno della grande Germania e del Reich
millenario impone (stavolta non con divisioni di carrarmati ma l'effetto è lo
stesso) le sue regole facendosi beffe dei principi democratici astrattamente citati ma concretamente elusi.
Vedremo anche di fare chiarezza sul tema delle
cosidetto POPULISMO
,che è la frase con cui gli oligarchi cercano
di glissare le critiche crescenti senza dover entrare nel merito.
Per il momento chiudiamo qui non senza notare
che il tentativo di Valoreimpresa di
aiutare le piccole e medie imprese è un tentativo per ora isolato, e non supportato dai poteri pubblici,
per questo occorre mobilitare tutti.
La crescita delle imprese non è interesse solo dell'imprenditore, ma di tutta la società
italiana, se vogliamo salvare occupazione e sviluppo e in definitiva l'avvenire
del paese e dei nostri figli.
Sarebbero le
istituzioni a dover dare impulso a questo sviluppo ,esse invece si attardano a
chiedere “elasticità” all’Europa per
indebitarsi ancora di più! Dovrebbero invece
favorire in tutti i modi la crescita del tessuto Imprenditoriale Italiano con regole che disincentivino gli
Oligopoli e favoriscano l’impresa concorrenziale e innovativa.
Seguiteci sulle prossime note in cui passo
passo affronteremo i temi che per brevità abbiamo solo accennato. Abbate
Fabrizio
Presidente Assodiritti
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