Piccole Imprese oligopoli e occupazione
attenzione al flop act
7 novembre 2016
il dramma della
disoccupazione si consuma e i dibattiti non risolvono, la polemica divampa ogni
volta che escono i dati sulla disoccupazione e si parla di job act:
è venuto il momento di fare chiarezza su
alcuni punti.
Innanzitutto sui dati Istat:
è indecoroso e addirittura truffaldino calcolare i disoccupati togliendo via il
numero di coloro che scoraggiati non cercano lavoro per le vie previste dai
burocrati.
Non è vero che non cercano lavoro, non lo cercano per le vie
formali e ingessate indicate da perditempo e burocrati perché le ritengono vie
inutili!
Che fanno i burocrati : espurgano tutti questi giovani dai loro conteggi,
peggio che in unione sovietica!!
semplicemente perché non
rispondono ai loro schemi cioè peggio che la corea del nord.
La soluzione in questo caso è più pratica che teorica cacciare
tutti i burocrati che hanno sostenuto ed autorizzato queste decisioni truffaldine
,così lo capiscono.
Risolto il problema dei giochini dell'Istat sui numeri e degli
uffici burocratici per il lavoro torniamo al problema serio.
Vanno considerati disoccupati tutti coloro che in età di lavoro e
non infermi non studiano né hanno un lavoro punto e basta.
Anche così il dato sarebbe
impreciso perché oggigiorno una parte di quelli che studiano in realtà
vorrebbero un lavoro ma non trovandolo nel frattempo con lo studio cerca di
acquisire titoli prendendo tempo quindi anche qui le statistiche che non
considerano questo aspetto sono di regime.
Tutti i dati dicono che la disoccupazione è aumentata e molto
pesantemente, ma quello che non dicono è
che ciò non deriva da una
crisi ciclica che periodicamente poi rientra (appena il ciclo torna alla
fase di “ripresa”).
Questa ottica sbagliata si
riflette sia sui commenti sia(fatto ben più grave) sulle ricette per superare
la disoccupazione sia (e sembra incredibile) sulla metodologia statistica.
Quest'ultima merita un
attimo di attenzione come abbiamo visto prima perché influenza il dibattito e
la ricerca di soluzioni.
Prendiamo il Job act e vediamo che i dati danno uncerto incremento degli
occupati a tempo indeterminato.
Si tratta non di aumento
globale di occupazione ma di trasformazione
di precedenti contratti a termine, ma quello che le rilevazioni nascondono è
che occorrerebbe creare una categoria intermedia di coloro che hanno contratti
indeterminati ma legati agli incentivi.
Questi infatti potranno
capire se il loro contratto (al di là dei formalismi) è veramente a tempo
indeterminato o solo legato alla fine degli
incentivi che stanno calando e con essi questo tipo di assunzioni.
Questi contratti andrebbero correttamente inseriti in un sottogruppo di contratti
condizionati per verificare su di essi l’effetto del calo degli
incentivi ma ISTAT di regime non lo
fa!!!
La verità è che il JOB ACT è stato
confezionato solo sulle esigenze e le fattispecie delle grandi aziende e degli oligopoli trascurando completamente il comparto piu
importante delle piccole imprese e microimprese (cioe quelle che
incrementano il lavoro reale e non drogato da incentivi e aiuti di stato)
Gli oligopoli e le grandi aziende sono soggetti continuamente avvantaggiati da europagermanica perche
consentono accordi di potere con i vertici ed un maggior controllo socialew tramite i sindacati Ora
questi soggetti da un lato possono giovarsi
dei meccanismi di cassa integrazione e licenziamenti
collettivi ed inoltre essendo le più grandi aziende in mano straniera (grazie
alla cessione agli interessi esteri di uno Stato che ha allontanato i cittadini)
queste non esitano a chiudere gli stabilimenti, alleggerire la forza
lavoro, e delocalizzare appena i margini di guadagno non soddisfano.
Il JOB ACT è stato ed è
quindi una grande REGALO ALLE GRANDI
AZIENDE STRANIERE aggravando
nel complesso la crisi economica invece di risolverla, altro che riforma!
è stato un atto di
accettazione dello status neocoloniale a cui l'Europagermanica e le
oligarchie vogliono ridurci.
Questo regalo IMMENSO alle economie
straniere ha corrisposto ad una duplice
tenaglia contro le piccole e medie imprese che non solo sono legate al
territorio ma subiscono così la concorrenza scorretta
delle multinazionali (che hanno in buona sostanza aiuti di Stato ITALIANI)
ma non possono giovarsi degli incentivi perché non sono tarati sulla loro
fattispecie.
Nelle piccole e piccolissime imprese (che danno la maggioranza
dell'occupazione reale!) gli incentivi non sono utili perché tarati per le
grandi imprese sia per tipi di adempimenti (i cosidetti tavoli con
cui enti locali fanno finti interventi)che per i tempi.
Nessun piccolo usa i
strumenti di licenziamenti collettivi che consentono
ai grandi dopo aver rapinato i territori, dopo aver avuto contributi enormi e ingiustificati, di andarsene insalutati ospiti
con la complicità delle forze politiche oligarchiche ed euro succubi.
Un caso eclatante la Fiat! Il suo giornale
(libertà di stampa?! pagato dalla nostre tasse!) elogia le riforme, che sono talmente buone che la Fiat quatta quatta se ne va
altrove (voto di scambio? è la STAMPA LIBERA la moneta di scambio?!)
Ecco dunque che sono sbagliate le statistiche (volutamente distorte con
diversivi e trucchetti) e perché sono
sbagliate le strategie e le ricette.
Le statistiche sono a questo punto piu che PURA propaganda sono la nebbia con cui vengono
coperte le realta di aiuti DI STATO AI FORTI CONTRO I
DEBOLI !!!!,
ma torniamo all'occupazione.
Troviamo la spiegazione del perché secondo alcuni economisti
prezzolati va bene,e il JOB ACT in (realtà flop act) funziona: perché usano le ricette degli oligopoli e hanno come unità di misura gli
interessi delle multinazionali.
In realtà questi economisti sono stipendiati da quelle stesse
multinazionali che forniscono loro dati (artefatti) e ricette! Chiaro che a loro sembrano funzionali,
perché i loro padroni così si arricchiscono.
In sintesi queste ricette rubano
ai poveri (e tra essi piccole e medie imprese, professionisti, artigiani
cioè il tessuto economico dell'Italia) e danno ai ricchi (le
filiali delle holding tedesche e francesi che ci occupano) Ti ci credo che
l'economia tedesca va in surplus!
Ti ci credo che a loro
piacciono tanto queste riforme (e vogliono insistere).
Allora quale sarebbe la
soluzione? (A parte quella economica generale) non certo la cosiddetta “elasticità”
di indebitarsi richiesta dal governo.
Questa non è una strategia è semplicemente un‘idiozia.
La soluzione in tema di lavoro è incentivare sì la creazione di posti di lavoro ma con specifiche
misure adatte alle piccole imprese.
Non le misure BUROCRATICHE
il cui costo di gestione supera per il piccolo imprenditore il vantaggio
reale (sono pensate per i oligopoli che le spese di gestione le ripartiscono su
grandi numeri!) non le misure
burocratiche TIPO
fai domanda…… attendi mesi
e mesi ….poi confrontati con un Burocrate che……. ti chiede la mazzetta!
Queste sono le soluzioni fin qui ideate per assoggettare le
imprese NON per aiutarle
Le regole devono essere:
AUTOMATICHE (legate
a pochi parametri)
SEMPLICI E CHIARE (no che si devono individuare a posteriori i cavilli)
AUTOGESTITE dall'imprenditore o da rete di imprese
Prevedere non aiuti ma sgravi IMMEDIATI
QUESTA È LA PROPOSTA DI
ASSODIRITTI.
Per questo Assodiritti appoggia l'azione di Valoreimpresa e la
creazione di Reti e consorzi autogestiti per legge che facciano domanda
collettiva dei vantaggi di legge e che questi vantaggi non siano
SOLDI CHE ARRIVANO MESI E MESI O ANNI DOPO ma
sgravi di tasse di ogni tipo monetizzabili IMMEDIATAMENTE e AUTOMATICAMENTE.
Non quindi alla mercè dei tempi e degli umori dei burocrati
(esponendo cosi alle pratiche di concussione inevitabili perche connesse con gli stessi meccanismi di
legge !!!!!!
Terminiamo qui queste note ma l'argomento oCCUPAZIONE merita ulteriori
approfondimenti, torneremo sull'argomento
intanto ci limitiamo a ricordare che molte imprese italiane che si
ritengono grandi in realtà sul mercato internazionale (o anche solo europeo)
sono dei nani.
I grandi oligopoli non solo non creano lavoro (sul territorio) ma
con le forti automazioni ne distruggono,
è un problema molto serio che nei prossimi anni per sempre più alla ribalta.
Non è neanche ormai VERO che
se distruggono lavoro se ne crea di nuovo! (E quello che si crea può
essere dislocato in altri paesi e altri continenti!)
MA NON È PIÙ VERO neanche
che si crei lavoro più qualificato, i più recenti
sviluppi dell'informatica con AUTOAPPRENDIMENTO E SUPERCOMPUTER mette in discussione anche questo!
Sarebbe ora di affrontare questo tema senza ripetere formule del
passato ormai logore !!!!
Torneremo anche su questo tema per svelare le bugie e le
stupidaggini che i nostri politici e burocrati vi dicono.
ABBATE FABRIZIO
PRESIDENTE ASSODIRITTI
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